Con lo stop alla vendita di automobili con motore endotermico, fissato ufficialmente nel 2035, diventa sempre più di attualità il dibattito su quanto costi e quanto consumi un’auto elettrica. Guardando il solo prezzo di listino, sembrano ancora più care le automobili elettriche, un divario che si va comunque riducendo. Uno sguardo più approfondito, tuttavia, permette di trovare dei fattori di convenienza a medio-lungo termine che possono orientare verso l’acquisto di un’auto elettrica. Tali parametri rientrano nel più ampio concetto di TCO, ovvero il Total cost of ownership - o Costo Totale di Possesso. Il possesso di un’automobile, infatti, non si limita al prezzo di acquisto, ma deve tener conto di costi di gestione durante il ciclo di vita della macchina stessa. Spese che si riferiscono a:
- Carburante/ricarica elettrica;
- Assicurazione;
- Bollo;
- Manutenzione;
- ZTL e parcheggi a pagamento.
Quanto consuma un’auto elettrica diventa quindi la domanda cardine, unita a quanto può aiutare il portafoglio. Il confronto tra auto elettrica e auto a benzina, sul costo totale del veicolo, parla di un risparmio medio annuale di 1.000 € a favore del veicolo elettrico (a parità di percorrenza). Sul lungo periodo, considerando che le batterie godono di garanzie praticamente a vita (10-12 anni), si aggiunge un minor impatto della manutenzione ordinaria e straordinaria. Vengono inoltre garantiti cinque anni di esenzione dal pagamento del bollo in tutte le Regioni per poi attestarsi su un 35% in meno rispetto alle macchine a motore a combustione interna, con Lombardia e Piemonte che azzerano la tassa sul possesso del veicolo per tutta la vita dell’auto elettrica. Nella maggior parte delle grandi città (tra cui Roma, Milano, Firenze) infine, le auto elettriche non pagano la sosta nelle strisce blu, neanche fuori dalla propria zona di residenza, e transitano liberamente nelle ZTL.
Risulta quindi non esaustivo concentrarsi sulla differenza del costo di acquisto, attualmente evidente ma destinata a scendere nel tempo grazie allo sviluppo della tecnologia.
Un recente studio del Politecnico di Milano parla di un pareggio di costi in meno di otto anni, stime che riprendono calcoli che fanno emergere che nel 50% dei casi, il tragitto giornaliero non supera l’autonomia media garantita dalle batterie. Un fattore determinante perché andrebbe a confermare integralmente quelle che sono le abitudini quotidiane dell’utente passato all’elettrico. L’applicazione del modello al mercato italiano offre inoltre un confronto tra i veicoli elettrici (con riferimento alle auto full electric – denominate BEV – e ibridi plug-in – cosiddetti PHEV) e altre cinque motorizzazioni (benzina, diesel, metano, GPL e ibridi non plug-in). Sono analizzati i principali segmenti di autovettura caratterizzanti il mercato italiano, ossia i segmenti A (citycar), B (utilitarie), C (medie) e D (medie-superiori), che rappresentano la quasi totalità delle immatricolazioni. Fattore non secondario del passaggio all’elettrico è la svolta ecosostenibile. La tutela dell’ambiente passa per una decarbonizzazione dei trasporti, che porta con sé un significativo abbattimento delle emissioni di CO₂. Secondo uno studio dell’International Council on Clean Transportation1 (ICCT, luglio 2021), le emissioni nel ciclo di vita di un veicolo a batterie di segmento medio risultano in Europa inferiori del 66-69% rispetto a omologhi modelli a benzina. In questa analisi si tiene conto dei cicli di:
- Produzione del veicolo;
- Produzione delle batterie;
- Ricariche elettriche;
- Smaltimento delle batterie.
Lo studio analizza Europa, Cina, India e Stati Uniti, che rappresentano il 70% del mercato delle nuove immatricolazioni.